FORMEZ
Scheda organizzazioneCodice meccanografico: 9876543210
Preside: Mark docente Sacco
Sito web: -
Codice meccanografico: 9876543210
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Percorso didattico orientato a fornire argomenti di ricerca, studio e analisi. Nella cultura moderna, l’alimentazione è una scienza volta ad insegnare le scelte corrette in materia di selezione, manipolazione e consumo degli alimenti; in realtà essa affonda le sue radici nel passato. Il lavoro intende esplorare l’aspetto dell’alimentazione legato alla nostra storia: le tradizioni popolari nella cucina, i resoconti storici relativi alle difficoltà di reperire ‘di che vivere’ durante la guerra, i primi studi sperimentali sulla scienza dell’alimentazione, i legami di quest’ultima con le tematiche della giustizia sociale.
audio. i cibi e le bevande di una volta - rimedi alimentari per le malattie e per le slogature - il rapporto con la madre e con la zia - i luoghi di ritrovo degli uomini e delle donne - il periodo del fascismo a dosolo - abitudini quotidiane e accenni di vita sul fiume - svolgimento di una giornata - confronto tra il tenore di vita di un tempo e quello odierno - le donne e il fascismo.
Nella cultura moderna, l’alimentazione è una scienza volta ad insegnare le scelte corrette in materia di selezione, manipolazione e consumo degli alimenti; in realtà essa affonda le sue radici nel passato. Il percorso intende esplorare l’aspetto dell’alimentazione legato alla nostra storia: le tradizioni popolari nella cucina, i resoconti storici relativi alle difficoltà di reperire ‘di che vivere’ durante la guerra, i primi studi sperimentali sulla scienza dell’alimentazione, i legami di quest’ultima con le tematiche della giustizia sociale.
piccolo trattato sull’alimentazione. Indice: Perché si mangia – Principi nutritivi degli alimenti – Valore economico dei principi nutritivi organici ed inorganici – Valore nutritivo degli alimenti e relazione nutritiva – Rendimento in energia dei principi nutritivi organici – Reazione alimentare – Legge della reciproca sostituzione dei grassi e degli zuccheri nell’alimentazione – Utilità della dieta mista – Importanza dei Sali – Sale da cucina – Unità nutritive – Maggior costo degli alimenti animali – Necessità dell’albumina animale – Uova, formaggio e latte – Idrati di carbonio o zuccheri degli alimenti e loro rapporto col lavoro muscolare – Alienti vegetali – Legumi – Castagne, patate – Verdure, erbaggi, frutta – Frumento – Pane – Resa delle farine – Altri cereali – I grassi nell’alimentazione popolare – L’acqua – Alcool – I condimenti.
Il trattato è stato commissionato nei primi del ‘900 dalla Società Umanitaria, che già erogava corsi di cucina e di economia domestica nelle scuole, diretti alle donne delle famiglie operaie locate nei quartieri popolari. Scopo del lavoro dell’Umanitaria era istruire le donne di bassa estrazione, che fossero casalinghe o operaie, nell’amministrazione dei modesti redditi familiari nel modo più razionale possibile, così da avere una gestione oculata delle finanze, ma ottenendo anche il benessere familiare. A tale scopo per scrivere questo libretto l’Umanitaria si avvalse della collaborazione del Prof. Pugliese, all’epoca Direttore dell’istituto sperimentale di fisiologia di Milano.
Il cappone, tipico piatto immancabile sulla tavola a natale, è un gallo che è stato castrato al fine di ottenere maggiore peso e morbidezza della carne. Generalmente il peso varia dai 2 ai 3 Kg. Le varietà migliori sono allevate a terra, vengono alimentate solo con prodotti vegetali e la macellazione non avviene prima dei 200 giorni di vita. Spennare e preparare il volatile a mano richiede ore di lavoro.
Sebbene oramai questo tipo di lavorazioni e pratiche alimentari popolari risultino ai più di noi lontane nel tempo, non va dimenticato che per alcune categorie quello che viene considerato come tradizione popolare è tutt’oggi realtà. In foto due pastori, magari intenti nella pratica della transumanza, mangiano assieme e condividono una bottiglia di vino. La transumanza è la migrazione stagionale delle greggi, delle mandrie e dei pastori che si spostano da pascoli situati in zone collinari o montane (nella stagione estiva) verso quelli delle pianure (nella stagione invernale) percorrendo le vie naturali dei tratturi; è una pratica che risale addirittura alla preistoria.
Altro lavoro commissionato nei primi del ‘900 dalla Società Umanitaria e redatto dal Prof. Pugliese, questo risultato d’inchiesta si concentra soprattutto sui dati relativi alle variazioni del tenore di vita prima e durante la I guerra mondiale, in termini di bilancio alimentare, delle famiglie.
Durante la Seconda guerra mondiale, le ristrettezze interessavano l’alimentazione come tutti gli aspetti della vita. Le privazioni e le rinunce forzate erano all’ordine del giorno, in un’epoca comunque contraddistinta da un regime alimentare ben lontano dagli stili di vita contemporanei. Ecco come mangiavano i civili e i partigiani in Italia, in attesa della Liberazione. Prima dello scoppio della Seconda guerra mondiale, l’alimentazione degli italiani aveva già iniziato a peggiorare. Nei primi anni Trenta i problemi partono dalla base della piramide nutrizionale, cioè dal pane. Nonostante gli sforzi del Regime fascista, che aveva avviato la cosiddetta “Battaglia del grano”, la produttività agricola rimane scarsa, specialmente al Sud. La farina di grano non è per tutti e l’uso di surrogati, come le farine d’orzo e di lenticchie, è piuttosto diffuso. I prezzi di pasta e pane bianco sono alti, non a caso la propaganda fascista ne scredita il consumo a favore del riso. Ovviamente durante la Seconda guerra mondiale l’alimentazione variava in base alle località, alle consuetudini regionali e alla vita in città o in campagna. La carne, tuttavia, presenziava in pochi pasti nell’arco della settimana, mentre era consistente il consumo di legumi e patate, e in seconda battuta anche quello di ortaggi. Negli anni che hanno preceduto la Seconda guerra mondiale, quindi, l’alimentazione era nutrizionalmente più simile a quella dei secoli passati che a quella contemporanea.
Con l’entrata nella Seconda guerra mondiale del giugno 1940, riguardo all’alimentazione gli italiani sono sempre più alle prese con la scarsità. Le esigenze dell’esercito diventano prioritarie, così il Regime interviene sulla distribuzione e sui prezzi dei prodotti alimentari, al fine di ridurre i consumi dei civili al minimo indispensabile. Viene introdotta la tessera annonaria, che resterà in vigore fino al 1949. Si trattava di una carta personale che stabiliva il razionamento, permettendo di prenotare gli alimentari e in seguito anche il vestiario. Il razionamento era diverso in base alle fasce d’età e di conseguenza le tessere hanno colori diversi: verde per i bambini fino a otto anni, azzurro dai nove ai diciotto anni e grigio per gli adulti. Il venditore staccava il cedolino di prenotazione apponendo la propria firma e in seguito si potevano ritirare i prodotti prenotati, in una o due date stabilite. A causa della variazione mensile dei prezzi, spesso si cercava di prelevare tutto il possibile in un unico appuntamento. Le date di prenotazione e ritiro erano annunciate sui manifesti e sui giornali. Il razionamento nazionale determinava anche le caratteristiche dei prodotti, come ad esempio la miscela di farine per fare il pane.
Giuseppe De Michelis (Pistoia, 6 aprile 1872 – Roma, 12 ottobre 1951) è stato un diplomatico e politico italiano. Particolarmente noto per il suo impegno come commissario all emigrazione del Regno d'Italia, ebbe un ruolo di primo piano nelle organizzazioni internazionali dopo la Prima Guerra Mondiale: fu rappresentante italiano nel consiglio d'amministrazione dell'Ufficio Internazionale del Lavoro fra il 1920 e il 1936, delegato all undicesima e dodicesima assemblea generale della Società delle Nazioni, e, dal 1925 al 1933, presidente dell'Istituto Internazionale d’Agricoltura. Fu nominato senatore del Regno d'Italia nel 1928. Fu affiliato Maestro massone nella Loggia Propaganda Massonica di Roma il 6 novembre 1913. In questo testo De Michelis analizza Le indagini eseguite circa il regime alimentare di varie popolazioni sostenendo che l’insufficiente capacità di acquisto di grandi masse umane, l’ignoranza dei valori biologici e igienici dell’alimentazione, la trascuranza o indifferenza dei poteri pubblici in molti paesi, i prezzi alti o inibitori di derrate ad elevato tenore nutritivo ed altre cause ancora abbiano come effetto una scarsa qualità della vita, che potrebbe rapidamente migliorare se migliorasse la quantità e la qualità del vitto. Sostiene dunque nel suo scritto la necessità che il potere pubblico centrale di ogni paese assuma sotto la sua responsabilità e sotto la sua guida unitaria il compito di preordinare e coordinare quanto necessario per risolvere l’emergenza.
Nel 1935 l’Italia subisce le sanzioni internazionali, a causa della guerra coloniale in Etiopia. L’autarchia entra anche in cucina, dove si depennano cibi divenuti rari e si concepiscono surrogati talvolta davvero improbabili. In quegli anni la dieta di una famiglia operaia consisteva indicativamente in: Colazione a base di pane, frutta e poco companatico, latte o formaggio ad esempio. Non era diffuso come oggi il consumo di cibi dolci. Per pranzo una minestra di brodo vegetale con pasta, patate e/o legumi. Per cena pane o polenta con companatico economico. I meno fortunati avevano accesso alle mense dei poveri.
L'insegnamento relativo alla Scienza dell'Alimentazione fu istituito nel 1918 dal Ministero della Pubblica Istruzione come insegnamento complementare per la Facoltà di Chimica (indirizzo organico-biologico). Solo più tardi, nel 1910, con altro decreto fu esteso alle Facoltà di Medicina, Scienze, Farmacia e Scienze Biologiche. Subito dopo la Facoltà di Medicina volle affidare al Prof. Quagliarello tale incarico. Nella prima parte del testo vengono analizzati i bisogni nutritivi dell’uomo; poi disamina sul lato qualitativo degli alimenti; infine, analizza l’influenza degli alimenti sull’equilibrio dell’organismo.
Descrizione di un esperimento condotto su sei soggetti, operai della Casa di Lavoro della Umanitaria, per determinare il valore alimentare dei vari tipi di pane. Per un mese, i sei soggetti ebbero nel vitto quattro tipi diversi di pane, a distribuzione su cinque fasce; dovevano poi conservare feci e orine, che venivano analizzate in laboratorio dal Dr. Pugliese, professore in fisiologia. Nel testo, oltre alla descrizione dettagliata dell’esperimento, delle analisi e delle conclusioni, ci sono anche grafici esplicativi.
La prima edizione di questo trattato risale al 1892 ma in questa edizione il Prof. Tamaro integra dati sperimentali per le coltivazioni più appropriate per ogni singolo ortaggio; pone inoltre l’accento sull’importanza dell'orticoltura in economia agraria ed economia dell’alimentazione. Completano poi il manuale le schede con ben 277 illustrazioni.
I disegni di Boesch qui riportati sono stati realizzati per l’Atlante linguistico ed etnografico dell'Italia e della Svizzera meridionale, curato da Jacob Jud e Karl Jaberg, e pubblicato progressivamente negli anni dal 1928 al 1940. Nel 1930, quando i primi volumi dell'AIS erano già stati dati alle stampe, i due curatori dell'Atlante si accorsero che mentre la documentazione linguistica raccolta sul campo appariva dettagliata e pienamente adeguata allo scopo prefisso, quella concernente la parte più propriamente etnografica relativamente alla cultura materiale, appariva largamente incompleta e insufficiente. Per ottenere un quadro più esauriente ed unitario della cultura materiale nel mondo rurale in Italia, i curatori decisero di inviare sul campo Paul Scheuermeier, fotografo, e il disegnatore Paul Boesch, che realizzò numerosi disegni degli oggetti e dei particolari ritenuti più significativi degli strumenti, non solo di quelli impiegati all'interno dei grandi cicli produttivi stagionali rurali ma anche di quelli abitualmente in uso nelle normali attività quotidiane. In questa illustrazione, particolari di un aratro. Pubblicato in: La Lombardia dei contadini. 1920 - 1932. Volume secondo. Lombardia orientale. Le province di Cremona e Mantova.
Tra le sue illustrazioni troviamo anche oggetti che ormai sono caduti in disuso, con i loro nomi in dialetto; ad esempio:
il paiuolo -
la parola paiolo deriva dal latino pariolum, sostantivo di origine celtica, ed è per antonomasia la pentola nella quale si fa bollire l’acqua. Un tempo i contadini tenevano in cucina due catenelle appese al camino: a una agganciavano il paiolo, all’altra, che incombeva sul tavolo, appendevano un’acciuga, oppure un’aringa, essiccate; tagliata a fette la polenta, per ordine gerarchico, tutti i componenti la famiglia strofinavano lievemente la propria fetta contro il pesce, per illudersi di dare un sapore diverso al loro solito cibo, e, soprattutto, per illudersi di avere un companatico.
La cazzaruola di rame: La cazzaruola è un modo dialettale di chiamare la casseruola, un utensile da cucina, più fondo del tegame e a forma leggermente troncoconica (rovesciata), fornito di un manico piuttosto lungo.
Il "Redàbolo" da ammucchiare grano: Il redabolo è una sorta di vanga, in uso nella campagna bresciana, una specie di rastrello senza rebbi; lo si usa anche come raschia fango, serve pure per distribuire il grano sull'aia a essicare e ha altre molteplici funzioni.
La "Cazzetta" da bere acqua: Il nome è evidentemente il diminutivo di “cazza”, ad indicare che quella per l’acqua fosse più piccola; la cazza non sarebbe altro che un mestolo, tipicamente di rame, con un lungo manico.
testo a stampa. 1. Il ragionamento che fa l'autore con Gio. suo discepolo -- 2. libro. Diverse viuande di carne sì di quadrupedi, come di volantili cominciando dal bove -- 3. libro. Della statura, e stagione de pesci -- 4. libro. Le liste del presentar le viuande in tavola cosi di graffo come di magro -- 5. libro. L'ordine di far diverse sorti di paste, & altri lavori -- 6. libro. Ragiona de convalescenti, & molte altre sorti di viuande per gli infermi -- Discorso funerale che fu fatto nelle esequie di Papa Paulo III -- Le figure che fanno bisogno nella cucina, & alli reverendissimi nel conclave.
Sebbene non sia tanto un manuale di alimentazione, quanto un manuale di cucina, sebbene farcito di osservazioni personali dell’autore, questo testo è interessantissimo, oltre che per contenuti, anche semplicemente a livello linguistico, poiché scritto in un italiano volgare piuttosto arcaico, nonostante sul finire del 500 esistesse ormai un modello comune e unitario per la lingua scritta, coincidente in sostanza con l'italiano moderno.