Percorso didattico orientato a fornire argomenti di ricerca, studio e analisi. I Promessi Sposi è l’opera di Manzoni considerata una pietra miliare nella storia della letteratura italiana, un romanzo di carattere storico, probabilmente il più famoso ed il più letto nel mondo. Questo percorso esplora alcuni punti di contatto tra l’opera manzoniana e le forme di intrattenimento popolari della rappresentazione artistica di marionette, costumi, musica, folklore, offrendo anche spunti in altri ambiti quale quello storico e filosofico.
MAPPA
NODI DEL PROGETTO
descrizione: storia milanese del secolo 17 scoperta e rifatta da Alessandro Manzoni. Testo a stampa - monografia
periodo storico: 1900
autore: Alessandro Manzoni
geolocalizzazione: Milano
testo: L’opera di Manzoni è considerata una pietra miliare nella storia della letteratura italiana; i Promessi Sposi è un romanzo di carattere storico, probabilmente il più famoso ed il più letto (ed il più odiato dagli studenti); negli anni è diventato anche oggetto di diverse trasposizioni teatrali, musicali, cinematografiche e televisive, tra le più famose ricordiamo il musical I promessi sposi - Opera moderna di Michele Guardì, il film I promessi sposi di Mario Camerini, la parodia I promessi sposi di Massimo Lopez, Anna Marchesini e Tullio Solenghi, I promessi sposi in dieci minuti, riduzione-parodia teatrale degli Oblivion fruibile anche con youtube, I promessi topi, riduzione a fumetti di Walt Disney del 1989.
Per provare l'esperienza della letteratura aumentata partendo dall'opera manzoniana è possibile consultare il percorso didattico sviluppato in DIGITECA: La lettura aumentata
Contenuti: 1Storia della Compagnia Marionettistica Carlo Colla e Figli
periodo storico: dal 1906
autore: Associazione Grupporiani - Piero Corbella
geolocalizzazione: Milano
testo: Il Teatro di marionette è presente nella realtà culturale della Lombardia da tre secoli. Le compagnie marionettistiche risultano attive a Milano già nel 1700, quando i primi teatri stabili, primo tra tutti quello di Giuseppe Fiando, si stabilirono vicino al Duomo.
Il Teatro di marionette ha dunque dal ‘700 un contatto continuo e privilegiato con la realtà sociale e culturale in cui è inserito. Le basi di quest’arte provengono dalla cultura e dalla tradizione popolare, perciò diviene apprezzata soprattutto dalle classi più povere che, attraverso le rappresentazioni, potevano accedere alla cultura teatrale. Il linguaggio del teatro di marionette è comprensibile a tutti: la marionetta stessa viene considerata una metafora e tale stratagemma permette di arrivare a capire il senso della rappresentazione, a prescindere dal livello di istruzione dello spettatore. La marionetta è il Mass Media dell'Ottocento: gli spettacoli spesso rappresentavano fatti storici contemporanei; le compagnie arrivavano nei più sperduti paesini, dove i giornali e le notizie giungevano con difficoltà e in ritardo.
La famiglia milanese dei Colla fu costretta a lasciare la città a causa degli eventi politici occorsi all’inizio del 1800, diventando una compagnia itinerante di marionette per tutto il XIX secolo. Nel 1861, alla morte del fondatore, i figli fondano la ditta "Compagnia Marionettistica Carlo Colla e Figli"; nei primi anni del ‘900 tornano a Milano e diventano compagnia stabile nel teatro “Gerolamo” di Fiando. Dal 1960 la compagnia va anche in tournées mirate in Italia e all’estero.
Per un approfondimento sulla cultura immateriale a Milano è possibile consultare il percorso didattico sviluppato in DIGITECA: Il Patrimonio culturale immateriale - sezione ARTI E SPETTACOLO
Contenuti: 1periodo storico: 1980
autore: NAVONI PIERLUIGI fotografo
geolocalizzazione: Milano
La Compagnia Marionettistica Carlo Colla e Figli di Milano è una delle più antiche ancora attive nel campo del teatro di figura. Oltre alle necessarie tecniche artigianali, la famiglia Colla ha sviluppato per i propri spettacoli anche una forte componente teatrale, sviluppando tecniche di scultura, falegnameria, sartoria, scenografia, parruccheria. La Compagnia, che oggi è guidata da Eugenio Monti Colla quale regista, scenografo e costumista, continua a portare avanti la tradizione delle marionette nella Commedia dell'Arte.
Contenuti: 3Foto tratta dallo spettacolo
autore: LUNEL GLORIA fotografo
geolocalizzazione: Milano
testo: Negli ultimi trent'anni, la Compagnia ha marcato con i suoi spettacoli più di 80 "piazze" internazionali sia in Europa che in Asia, Oceania e in America, rappresentando spesso l'Italia durante le più importanti manifestazioni marionettistiche. Il repertorio della compagnia è molto vasto: dall'opera lirica (Aida, Nabucco, Il Trovatore, Turandot), al balletto (Excelsior, Petruschka, Sheherazade), al romanzo storico e popolare (Il giro del mondo in ottanta giorni, Guerrin Meschino e ovviamente I Promessi Sposi), fino alla fiaba (Il gatto con gli stivali, Cenerentola, La lampada di Aladino, Alì Baba), alla zarzuela e all'azione coreografica.
Contenuti: 1Foto tratta dallo spettacolo
autore: LUNEL GLORIA fotografo
geolocalizzazione: Milano
L’opera del Manzoni è un classico nel repertorio di ogni compagnia marionettistica dell'800; guardando nei libri mastri della compagnia, la famiglia Colla incominciò a portarlo in scena dal 1879, quando fu nominata compagnia stabile al teatro Gerolamo di Milano; dal 1927 ripropose il capolavoro manzoniano in una veste rinnovata, curata da Carlo II Colla.
Altri libri noti che vennero trasposti in veste di spettacoli marionettistici sono "Guerrino detto il Meschino", "I Reali di Francia", "Il giro del mondo in ottanta giorni" e "Don Chisciotte".
Contenuti: 1Foto tratta dallo spettacolo
autore: LUNEL GLORIA fotografo
geolocalizzazione: Milano
Le caratteristiche che resero la trasposizione de I Promessi Sposi della Compagnia Colla unica e dunque più apprezzata delle altre consistevano nella maggiore fedeltà al testo della scrittura drammaturgica, i modelli dei costumi ispirati alle illustrazioni di Gonin, le scenografie create da Lualdi, che per meglio rappresentare i luoghi descritti nel libro addirittura soggiornò per qualche tempo sul lago di Lecco, ed il gusto della messa in scena caratteristico della Carlo Colla e Figli; lo spettacolo rimase a lungo in cartellone al piccolo teatro di Piazza Beccaria. L’edizione odierna aggiornata da Eugenio Monti Colla rinnova il testo di Carlo II Colla inserendo alcuni testi tratti dall'omonima opera di Amilcare Ponchielli, il quale aveva rivisitato il romanzo eliminando episodi e personaggi salienti per enfatizzare l’azione drammaturgica
Contenuti: 1Foto tratta dallo spettacolo
autore: LUNEL GLORIA fotografo
geolocalizzazione: Milano
Lo spettacolo ha un taglio popolare, poiché utilizza sia scene mimate che parti cantate e recitate fedeli al testo originale, nel più tradizionale melodramma ottocentesco per marionette. Grazie ad una accurata tecnica di animazione, la rappresentazione comprende anche grandi scene di massa come il saccheggio al forno delle Grucce, la processione, la calata dei Lanzichenecchi ed il Lazzaretto; in questi atti vengono impiegate più di duecento marionette; ognuna mossa con la tecnica tradizionale che ha consacrato il successo della compagnia marionettistica Colla durante la sua centenaria attività teatrale in Milano.
Contenuti: 1
MATERIALE DI RICERCA / INTERVISTA
periodo storico:01/04/2011
autore:CORTESI DANIELE ricercatore, JAMOLETTI PAOLO operatore video, ONOFRIO FERDINANDA informatore, ONOFRIO II GIACOMO informatore
geolocalizzazione:Carpenedolo (BS)
Non è solo la famiglia Colla a coltivare la tradizione delle marionette.Giacomo Onofrio fa parte di una famiglia di burattinai nomadi che rappresentavano i propri spettacoli in giro per le piazze del Nord Italia. Ad iniziare questa attività fu suo nonno Giacomo, figlio di circensi; egli iniziò come assistente di baracca del padre, allestendo gli spazi coperti che ospitavano il pubblico. In seguito a problemi medici il padre dovette chiudere l’attività circense; Giacomo dovette trovare un lavoro di ripiego, andando come operaio al Calzaturificio del Garda. Per riuscire a far fronte alle spese mediche occorrende al padre e successivamente alla dipartita della madre, Giacomo decise di riprendere il lavoro di giostraio nel 1972, ricominciando la vita nomadica come gestore di un tiro a segno. Nel 1977 decise di rispolverare i burattini che venivano precedentemente utilizzati nel circo e con l'aiuto del padre rispolverò tutto il repertorio burattinesco familiare: storie, commedie, fiabe e drammi che i loro predecessori recitavano a memoria, e che Giacomo trascrisse in forma di copioni. Continuò a lavorare col trassegno e parallelamente mise in scena gli spettacoli nel periodo invernale e i fine settimana, quando l'attività di giostrai veniva chiusa per il freddo. Nel 1994 Giacomo costruì il suo personale teatro ambulante, con 250 posti, portandolo durante l’estate nelle piazze della Lombardia, particolarmente nelle provincie di Brescia e Bergamo. Da quel momento non ha mai chiuso l’attività, ed insieme a sua moglie girano d’estate nel Nord Italia con il teatro su ruote, mentre per il resto dell'anno lavorano su ingaggio nei teatri e durante le attività sociali. Protagonista delle sue storie è spesso Gioppino, "eroe" popolare bergamasco caratterizzato da tre grossi gozzi sotto il mento. Giacomo ha costruito con le sue mani altri burattini in cartapesta, dalle fatture molto raffinate, con i quali svolge attività didattica nelle scuole elementari e materne.
Contenuti: 1descrizione: monografia, materiale grafico
periodo storico: tra il 1831 e il 2000
autore: Gli amici dei burattini
geolocalizzazione:Bergamo
testo: La tradizione dei burattini a Bergamo è talmente sentita che è stato istituito il Museo del burattino. La Fondazione “Benedetto Ravasio”, cura l’esposizione, realizza anche progetti che mantengano viva questa forma di teatro. sulla base di questa mission, ha creato percorsi e approcci metodologici negli ambiti degli studi teatrali, artistici e professionali.
I burattini e i burattinai bergamaschi meritano di essere conosciuti attraverso la creazione di uno spazio che possa divenire centro di nuove visioni prospettiche per il Teatro di Figura. Il Museo del Burattino dunque è stato istituito per perpetuare la conoscenza di tale patrimonio, fatto di oggetti materiali ma anche di conoscenze tecniche e di storie. Il lavoro capillare di ricerca e monitoraggio compiuto negli anni dalla Fondazione “Benedetto Ravasio” è il fondamento dell’esposizione, che presenta alcune delle più significative collezioni private di burattini bergamaschi presenti in città e in provincia: Famiglia Angelini, Cortesi, Losa, Milesi, Ravasio, Scuri. La volontà di sottolineare l’importanza sociale di un mondo considerato superficialmente “teatro minore” ha guidato la scelta del luogo nel quale istituire il museo, un edificio pubblico importante per la vita della città. Nello spazio “Andrea Viterbi” più di cento burattini, oggetti di scena e documenti sono in esposizione permanente, in un percorso curatoriale critico e scientifico.
Contenuti: 1descrizione:FOTOGRAFIA / REPORTAGE
periodo storico:1995
autore:BUSCARINO MAURIZIO fotografo, CORTESI DANIELE informatore
geolocalizzazione:(BG) Urgnano
Volti di bambini che guardano lo spettacolo di burattini "Zoppino e il mistero del Castello" di Daniele Cortesi, che nel 1980 divenne allievo di Benedetto Ravasio e, condividendo lo stesso amore per la tradizione popolare, da lui ha ereditato il mestiere di burattinaio.
Contenuti: 11
diapositiva (originale)
periodo storico: 1982
autore: SCIFO VITO fotografo
geolocalizzazione: Milano, grattacielo Pirelli
A Milano esiste un Carnevale diverso dagli altri: il Carnevale Ambrosiano. I milanesi non osservano il rito carnevalesco romano, ma il rito ambrosiano, che stabilisce l’inizio della Quaresima dalla domenica successiva al mercoledì delle ceneri; da ciò ne consegue che l’ultimo giorno di Carnevale lì è il sabato. Stando a quanto dice la tradizione, Sant’Aembrous (Sant’Ambrogio, patrono di Milano), dovendo partire dalla città in pellegrinaggio, domandò ai concittadini di posticipare di quattro giorni la fine del Carnevale per concedergli il tempo necessario a tornare, così avrebbe potuto officiare i riti liturgici della Quaresima. La realtà è diversa e meno suggestiva: originariamente in realtà tutti i riti fissavano a domenica l’inizio della Quaresima, fino a che il rito romano, poi diventato il predominante, anticipò al mercoledì per avere 40 giorni esatti di digiuno. Non è stata quindi Milano ad aver allungato il Carnevale, semmai sono tutti gli altri ad averlo accorciato.
Per un approfondimento sulla storia e le tradizioni di Milano è possibile consultare il percorso didattico sviluppato in DIGITECA: Milano
Contenuti: 1FOTOGRAFIA / REPORTAGE
periodo storico:febbraio 1982
autore:SCIFO VITO fotografo
geolocalizzazione:Milano
L’istituzione del Piccolo Cottolengo risale al 1933, anno in cui Don Orione si occupò di ristrutturare un cascinale fatiscente per utilizzarlo come casa d’accoglienza per disabili e orfani. La struttura fu sin dall’inizio molto attiva nel territorio, e in poco tempo vi si radunarono oltre un centinaio di bisognosi, rendendo necessaria la progettazione di un ampliamento strutturale. Nel 1940 fu inaugurata la prima ala dell’attuale struttura, che permise di aumentare la capienza di 300 posti. Durante il fascismo il personale del Piccolo Cottolengo nascose numerose persone perseguitate a causa delle leggi razziali: le cantine divennero rifugio per intellettuali ed ebrei. Nel 1948 venne inaugurata la seconda ala, nella quale la struttura accolse circa ottanta piccoli mutilati di guerra; negli anni ‘60 venne aperto un nuovo padiglione destinato alla scuola medico-pedagogica. Finita l’emergenza dovuta alla guerra, la struttura si occupò di accogliere motulesi e geriatrici. Attualmente la struttura annovera anche il reparto di fisioterapia con annessa piscina, un nucleo dedicato ai malati di Alzheimer. e due a persone disabili.
Contenuti: 1FOTOGRAFIA / REPORTAGE
periodo storico:febbraio 1982
autore:SCIANNA FERDINANDO fotografo
geolocalizzazione:Milano Al Piccolo Cottolengo Don Orione il Carnevale Ambrosiano è un evento che sia ospiti che personale festeggiano, divertendosi, secondo tradizione. Si danno tutti appuntamento nell'atrio per eseguire la tradizionale sfilata di maschere e per l’occasione molti gruppi di maschere organizzate vengono accolte ed invitate ad unirsi al corteo; la giornata prosegue con giochi, balli e canti che animano la mattinata. Il tutto poi si conclude con un pranzo comune in salone.
Contenuti: 1FOTOGRAFIA / REPORTAGE
periodo storico:1982
autore:SCIANNA FERDINANDO fotografo
geolocalizzazione:Milano, grattacielo Pirelli
Il grattacielo Pirelli, chiamato “Pirellone”, è l'edificio di Milano dove ha sede il Consiglio regionale della Lombardia. Sorge all'angolo sud-ovest di piazza Duca d'Aosta, dove si trova anche la stazione di Milano Centrale. Ha detenuto il record di edificio più alto dell'Unione europea dal 1958 al 1966. Sono sempre numerose le iniziative che si sviluppano dal grattacielo Pirelli a Piazza Mercanti in occasione dell’Ambrosiano, che rendono Milano piena di colori, molte di queste sono dedicate ai bambini.
Contenuti: 1
Testo a stampa, pag. 54 e segg.
periodo storico:edito nel1937, rif. a 1600-1700
autore:Carlo Morandi
geolocalizzazione:Milano, Lombardia
La vicenda dei Promessi Sposi si svolge nell’arco di due anni, tra il 7 novembre 1628 e i primi di novembre del 1630, nelle campagne della Lombardia e a Milano, a quel tempo sotto dominio spagnolo. In questa monografia Carlo Morandi analizza gli effetti dell’egemonia spagnola sul territorio lombardo, approfondendo il contesto storico in cui si svolge la narrazione del Manzoni, e ci narra anche gli eventi successivi alla caduta dell’impero spagnolo, eventi che saranno le premesse per le successive riforme settecentesche. Carlo Morandi, laureato in Lettere presso l'Università di Pavia, nel 1936 vinse una cattedra di Storia del Risorgimento presso l'Università di Pisa; dopo pochi anni si trasferì all'Università di Firenze dove insegnò Storia Moderna alla facoltà di Lettere e all'Istituto Cesare Alfieri di Scienze Politiche.
Contenuti: 1Testo a stampa
periodo storico:edito nel 1937
autore:Ciardo Manlio
geolocalizzazione:Milano
Alessandro Manzoni non era un filosofo, ma si interessò allo studio e all’analisi delle correnti filosofiche del suo tempo, ricercando una conciliazione tra filosofia morale, religione e storia. In quel particolare periodo storico vi fù la crisi dell’Illuminismo, le posizioni liberali degli idéologues e il rigorismo dei giansenisti, e il Manzoni si interrogò sulle responsabilità storiche del pensiero filosofico etico in relazione al contesto politico. Nella sua opera “Storia della colonna infame” Manzoni racconta una catastrofica vicenda giuridica, un processo tenuto a Milano durante la peste del 1630 contro due presunti untori, accusati ingiustamente da una popolana.
Tale vicenda viene messa in parallelo, nella narrazione, con la catastrofe naturale: filosoficamente parlando, riprende le opinioni di Voltaire e Jean-Jacques Rousseau a sul mutismo di Dio, sulla giustizia, sullo scandalo del male. L’approfondimento di tali correnti filosofiche portò il romanziere a interrogarsi sugli errori del fanatismo come causa di assurdità giudiziarie, e sulla effettività della Provvidenza: il pensiero che, di fronte all’orrore, «si trova con raccapriccio condotto a esitare», dice Manzoni all’inizio della Colonna, «tra due bestemmie, che son due deliri: negar la Provvidenza, o accusarla». Questo tema si ritrova anche ne I Promessi Sposi.
Ciardo Manlio in quest’opera ci fornisce un quadro del pensiero filosofico dell’epoca, trattando il tema da un punto di vista organico affrontando concetti e problemi ponendoli in rapporto di reciproca convergenza. Sia a livello logico, che di documentazione storica, Manlio tratta i temi utilizzano una prospettiva innovativa che consiste nell’idea dell’atto-coscienza, ovvero del giudizio storico filosofico, come intrinseco appello etico-dialettico al termine ideale di un dover essere eterno.
Contenuti: 1
periodo storico:1829
autore:Cornienti Giuseppe, stampa di Monti Gaetano Matteo
geolocalizzazione:Chiari (BS)
Stampa ritrovata l'8 gennaio 2001 nei cassetti segreti delle bacheche dei minerali di proprietà della Fondazione Biblioteca Morcelli, attualmente nella Pinacoteca Repossi.
Contenuti: 1periodo storico:1891
autore:Francesco Confalonieri
geolocalizzazione:Lecco
L’Abate Antonio Stoppani voleva fare di Lecco un simbolo nazionale di cultura. Ammirava tantissimo Manzoni ed ebbero anche in comune degli amici,tra i quali l’Abate Natale Ceroli che fu assistente culturale dello scrittore. Ceroli raccontò a Stoppani episodi condivisi con lo scrittore, apparsi poi nel libro di Stoppani “I primi anni di A. Manzoni”. Nel 1885, in occasione del centenario dalla nascita di Manzoni, Stoppani costituì un comitato e realizzò un appello nazionale per la costruzione del monumento allo scrittore, quale riconoscimento da parte della famosa città “su quel ramo del lago di Como”. All’appello risposero tante personalità, tra le quali l’imperatore del Brasile Don Pedro II d’Alcantara, che con Manzoni intrattenne un rapporto epistolare lungo un ventennio. Vennero organizzate diverse iniziative per raccogliere i fondi necessari per la realizzazione del monumento, tra le quali eventi e concerti. Il manifesto per raccogliere fondi, scritto dallo stesso Stoppiani, recitava: “Né il ricco reputi troppo generoso il suo oro, né il povero troppo meschino il suo soldo!”. La realizzazione dell’opera fu affidata allo scultore Francesco Confalonieri. Il monumento a Alessandro Manzoni a Lecco fu inaugurato l’11 ottobre 1891 e Giosuè Carducci lesse un testo di Stoppani, che nel corso della realizzazione era venuto a mancare.
Contenuti: 1
testo a stampa
periodo storico: 1879 (data presunta)
autore:Giovanni Martinenghi
geolocalizzazione:Milano
Il romanzo del Manzoni seppe ispirare anche opere musicali e teatrali: qui possiamo leggere lo spartito di una mazurka per pianoforte, composta ispirandosi al personaggio di Lucia Mondella. Si suppone che Giovanni Martinenghi sia stato un compositore ticinese; di certo sappiamo solo che viveva a Milano nella seconda metà dell'Ottocento, dove componeva, insegnava pianoforte e dirigeva una casa di edizioni musicali da lui fondata. Una lunga lista di sue composizioni è rintracciabile nell'archivio di Stato di Bellinzona; si tratta di brani di gusto salottiero, melodico o patriottico, principalmente per pianoforte; parecchi titoli farebbero davvero pensare ad uno stretto legame con il Ticino (Lugano, valzer; Airolo, polka brillante; Bellinzona, mazurka; Il passaggio del Gottardo, galop; ecc.).
Contenuti: 1musica a stampa. Spartito della romanza introduttiva.
periodo storico:1873 (data presunta)
autore:Cav.re Amilcare Ponchielli
geolocalizzazione:Milano
Nato a Paderno, Ponchielli ebbe la prima istruzione musicale dal padre. A soli nove anni superò l’esame di ammissione al Conservatorio di Milano, nel quale conseguì il diploma con il massimo dei voti. Divenne maestro sostituto al teatro Concordia di Cremona e organista della chiesa di Sant'Imerio, e intanto compose le sue prime opere. Le sue prime composizioni teatrali, tra i quali I promessi sposi, non ebbero un grande successo.
Contenuti: 1musica a stampa, riduzione per canto e pianoforte
periodo storico:1878
autore:Cav.re Amilcare Ponchielli
geolocalizzazione:Milano
Spartito introduttivo della parte III del melodramma; nel 1872 Emilio Praga riscrisse completamente il libretto dell’opera di Ponchielli, e una nuova versione de I Promessi Sposi andò in scena al Teatro Dal Verme di Milano; la critica lo ritenne un capolavoro, nonostante i molti tagli all’opera cui si rifaceva. Iniziò per Ponchielli una stagione aurea: sposò la cantante Teresina Brambilla, prima interprete della nuova versione de I promessi sposi, si trasferì a Milano e si dedicò interamente alla sua attività creativa.
Contenuti: 2