Letteratura

I confini della forma romanzo

Progetto: Confini

Guido Morselli è stato uno scrittore, letterato e saggista italiano eclettico e ben lontano dall’adesione a modelli formali o di pensiero. Giuseppe Pontiggia, curatore tra l’altro del prezioso Diario di Morselli (Milano, Adelphi, 1988), sostenne che le difficoltà e le resistenze incontrate in vita per la pubblicazione dei suoi romanzi, e la sua fama solo postuma erano state dovute al suo essersi discostato dalla “linea tradizionale” del romanzo italiano. Egli aveva scritto romanzi bellissimi animati da una fantasia sbrigliata, in alcuni di questi aveva reinventato una storia alternativa in cui, in Contro-passato prossimo (1975), la prima guerra mondiale veniva vinta dalla Germania, l'Impero austro-ungarico, l'Impero ottomano e dalla Bulgaria e in Roma senza papa (1974), il pontefice abbandonava il Vaticano per ritirarsi in una villetta a Zagarolo. La sua era una scrittura che abbracciava contaminazioni tra stile e generi del romanzo e mal tollerava per questo la corrente di pensiero di critica letteraria che negli anni Sessanta, interrogandosi sul “romanzo” si sforzava di definire una precettistica del genere; per Morselli piuttosto il termine avrebbe dovuto essere inteso come «una federazione di generi letterari» e accusava le avanguardie di voler sostituire alle regole della critica più conservatrice nuove regole, nuovi limiti, nuovi “confini” per il romanzo, quando invece, e la sua stessa scrittura ne è testimone, Morselli ne avrebbe voluto salvaguardare tutta la libertà e la complessità (cfr. su questo Dal «Diario» di Guido Morselli: sui confini della forma-romanzo / Nicola Turi, in Memorie, autobiografie e diari nella letteratura italiana dell’Otto e del Novecento, 2008; fonte)

LetteraturaRomanzoCritica letteraria

Documenti attualmente selezionati per il progetto

Non sono presenti contenuti.