Nodo - La donna
Società
La donna
Progetto: La società fascista
A partire dal 1926, per tappe successive, una serie di provvedimenti escluderanno progressivamente le donne da ruoli di responsabilità nella società (vengono escluse dall'insegnamento nelle cattedre più prestigiose, non possono coprire il ruolo di presidi) e dal mondo del lavoro (nel 1938 si fisserà al 10% la percentuale massima di donne ammesse a svolgere incarichi pubblici; l'anno successivo verranno indicate le professioni -subalterne- adatte alle donne): tutto questo per relegare le donne nell'ambito delle strette mansioni domestiche di cui vengono esaltate le qualità in ogni occasione di propaganda. L'immagine della donna "madre e angelo del focolare" diviene talmente pervasiva che le attività ginniche destinate alle donne sono destinate a rafforzare il fisico in vista della maternità e così le stesse espressioni artistiche che rappresentino il corpo femminile devono corrispondere ad un ideale estetico che si suppone funzionale a questa "missione": donne dai fianchi larghi e floride invece di magrezze "mascoline". Per recuperare al regime le energie della platea femminile vengono comunque immaginate delle associazioni con mansioni di assistenza e subalterne alle organizzazioni maschili affidate alle donne di provata fede fascista.
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