Storia

Gli erbari rinascimentali

Pietro Andrea Mattioli (1501-1578)

Progetto: La lettura aumentata

Nel Rinascimento fiorisce una nuova tradizione più naturalistica e arricchita da indagini scientifiche, soprattutto in area Veneta in relazione all'ambiente accademico patavino. Con la diffusione della stampa anche l'apparato illustrativo gode di una giusta importanza anche in questo campo.

Nel Seicento la Botanica inizia ad affermarsi infine come scienza autonoma e non solo come ausilio della medicina.

Pietro Andrea Mattioli si laureò in medicina a Padova nel 1523 e divenne uno dei botanici più celebri del Rinascimento. Esercitò dapprima a Roma ma, dopo il sacco dei Lanzichenecchi, si trasferì in Val di Non e poi a Gorizia continuando il suo lavoro di traduzione e studio dell’opera del medico greco Dioscoride. Nel 1544 diede alla luce il suo immane lavoro di traduzione e di commento a quell’opera nei suoi Commentarii aggiornando il De materia medica alle conoscenze medico-botaniche contemporanee: aggiunse molte specie di piante a quelle conosciute da Dioscoride raddoppiando il numero delle specie descritte (oltre 1200), tra cui il pomodoro ad esempio che Mattioli pare per primo abbia indicato come varietà commestibile e altre specie recentemente importate dalle Americhe e dall’Oriente. Anche se proprio l’università in cui Mattioli si era laureato riservò a quest’opera l’accoglienza meno calda, il giardino botanico della città riportava per ogni essenza il riferimento alla pagina dell’edizione del 1568 dei Commentarii.

Alla prima edizione, senza illustrazioni, ne seguirono altre con apparato illustrativo che fecero dei suoi Commentarii il più importante testo botanico-farmaceutico del XVI secolo: una summa di medicina naturale, tradizione medica accademica, medicina popolare… Anche le immagini a corredo del testo disegnate da Giorgio Liberale da Udine e incise dal Wolfgang Meyerpeck ebbero grandissima importanza dal punto di vista scientifico.

Ritiratosi nel 1571 a vita privata, dopo essere stato il medico personale degli imperatori d’Asburgo Ferdinando I e Massimiliano II, egli si dedicò a curare l’edizioni della sua opera maggiore e a redigere un Compendium de plantis.

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