Scienze pure

La natura spontanea descritta da Manzoni

Progetto: La lettura aumentata

La scena della vigna descritta da Manzoni è famosa per il suo “furore nominalistico”, come se per contrastare una natura scomposta che ha preso il sopravvento fosse necessario ripristinare un ordine almeno nominando eppure questo affollamento di definizioni, descrizioni e nomi finisce per aumentare il senso di ansia e disordine. Si potrebbe descrivere piattamente il brano dicendo che si tratta solo dell’illustrazione di una trentina di piante cresciute spontaneamente nell’angolo di un giardino eppure la tensione espressa da questa descrizione è altissima e si traduce in un forte impatto emotivo alla lettura.

Scopriamo inoltre in questo breve passo, che manca nella precedente stesura di Fermo e Lucia, un talento virtuosistico di Manzoni nella descrizione botanica. L’autore era infatti un appassionato giardiniere, dal pari suo aveva studiato (ma anche messo in pratica nella tenuta di Brusuglio) molti testi e manuali pratici di giardinaggio di autori francesi, fino alle opere di Linneo e questo suo spiccato interesse era alimentato dall’amicizia e dalla corrispondenza con l’illuminista francese Claude Fauriel.

Nel corso dei secoli, attraverso il Medioevo e il Rinascimento, erano stati gli erbari a trasmettere le conoscenze di base e le prime illustrazioni di quella che sarebbe stata la scienza botanica moderna.

PianteBotanicaIlluminismoGiardini

Documenti attualmente selezionati per il progetto

Non sono presenti contenuti.